Web based learning

Published on May 2016 | Categories: Documents | Downloads: 22 | Comments: 0 | Views: 181
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How the web is useful for learning

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MODULO 3 - PEDAGOGIA DEI PROCESSI FORMATIVI E DIDATTICI NEGLI
INSEGNAMENTI LINGUISTICI DELLA SCUOLA SECONDARIA
UN NUOVO PARADIGMA DIDATTICO: IL WEB BASED LEARNING

Nelle sue prime stagioni il WBL si è profilato come esigenza di colmare il vuoto di distanza
spaziale e temporale nella formazione. Tuttavia, al giorno d’oggi, il WBL accompagna ogni volume
scolastico. Nel presente saggio ci proponiamo di analizzare come la rete, da strumento di
accorciamento delle distanze, sia diventata uno strumento necessario nei processi di apprendimento
per i digital natives.
L’ausilio delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) nell’era
contemporanea costituisce un must nei nuovi processi di apprendimento degli studenti, che si
confrontano quotidianamente con il mondo dei software applicativi e del Web 2.0. L’apprendimento
scolastico nella scuola italiana avviene oggi, nella maggior parte dei casi, ancora in forma cartacea.
Le TIC si stanno però innestando nel processo tradizionale di insegnamento-apprendimento. Esse
rendono gli studenti attori principali del loro processo apprenditivo, decuplicando le learning
opportunities anche al di fuori del contesto scolastico. I docenti si ritrovano oggi a ricoprire un
ruolo a loro “estraneo”: da digital immigrants, devono supportare e guidare i discenti, digital
natives, nell’uso di quelle TIC utili all’acquisizione e produzione della lingua straniera. Il WBL
rappresenta perciò una risorsa alla quale i docenti possono attingere per supportare
l’apprendimento. Il suo vantaggio indiscutibile è la riduzione del gap che il discente prova tra
apprendimento formale-scolastico-cartaceo e apprendimento formale/informale-domestico-digitale.
Il Web, da strumento di gioco a strumento di comunicazione e studio, è onnipresente nel vissuto
degli alunni. Un aspetto importante del WBL è rappresentato dalla possibilità di esporre gli studenti
a materiale linguistico autentico, indi non simulato. Spesso gli allievi percepiscono le lezioni di
lingua straniera come non stimolanti e motivanti, in quanto si chiede loro di “vestire i panni di un
altro”, ovvero creare una situazione comunicativa non-autentica. Con l’uso del WBL, e in particolar
modo con l’uso di chat, blog e videoconferenze, gli studenti potranno essere loro stessi e
comunicare efficacemente ed autenticamente con studenti madrelingua di potenziali classi
anglofone gemellate attraverso progetto inter-scolastici. L’uso del Web in una classe di lingua
straniera, quindi, accorcia non solo le distanze tra formatore e discente (come avveniva nelle prime
stagioni), ma accorcia soprattutto le distanze tra allievo e interlocutore autentico, grazie al ruolo
delle chat. L’uso del WBL permette dunque di creare l’auspicato positive learning environment,
ovvero un ambiente di apprendimento positivo, nel quale il discente si sente padrone dello
strumento che utilizza e in cui il livello di filtro affettivo resta basso; in tal modo gli studenti

potranno apprezzare l’aspetto ludico e al contempo altamente formativo dell’apprendimento tramite
Web e poter inviare più facilmente informazioni alla memoria a lungo termine per generare
acquisizione profonda.
Con l’introduzione del Web nella didattica si viene però a delineare un nuovo paradigma
pedagogico: il docente, dall’essere un saggio in cattedra, diventa una guida al fianco degli studenti.
Egli si rende disponibile ad apprendere il linguaggio digitale degli studenti ponendosi al loro fianco.
Passiamo ora ad analizzare alcuni pro e contro del WBL. Il WBL ha effetti positivi sui fattori
cognitivi: sviluppa le competenze di multitasking, le forme di intelligenza non verbale, consente un
accesso parallelo alle informazioni, innesta dei processi di memoria che possono risultare più
profondi grazie alla diversità dell’input presentato e aiuta a far sviluppare le capacità di ricerca e
esplorazione. Per quanto riguarda i fattori affettivi il WBL ha ricadute positive sulla motivazione.
Ciononostante da tempo si porta avanti una nuova querelle sulle nuove tecnologie nella scuola
contemporanea. I sostenitori delle TIC sottolineano come le menti dei bambini siano cambiate: il
loro modo di apprendere non è più sequenziale ma ipertestuale, e preferiscono la modalità visivaorale nella trasmissione di informazioni a quella scritta-letterale. Non innestare il Web nei processi
di apprendimento significherebbe quindi non parlare il loro stesso linguaggio. Le argomentazioni
contro questo nuovo tipo di apprendimento postulano che con la digitalizzazione della didattica si
appiattisca la comunicazione in classe, si trasformi lo studio in gioco limitando il pensiero critico e
non si creino le condizioni necessarie per la concentrazione prolungata e la riflessione profonda.
Riteniamo che ci si debba posizionare in una ideale via di mezzo tra queste due posizioni. Il WBL
non può di certo sostituire l’apprendimento tradizionale condotto sui libri, ma può funzionare da
ponte tra l’apprendimento formale e quello informale. Il Web, come illustreremo, si rivela proficuo
nel fornire agli studenti dei contesti significativi di apprendimento.
Prima di passare in rassegna quelle tecnologie della comunicazione che possono essere utili in una
classe di lingue straniere al fine di sviluppare le abilità di interazione scritta e orale, riteniamo
opportuno esaminare brevemente quali risorse può fornire il Web per sviluppare le abilità ricettive:
l’immediato accesso a video in lingua straniera, notiziari esteri, testate giornalistiche estere, libri
interattivi, podcast e wiki; tali risorse moltiplicano le opportunità di esposizione a materiale
linguistico autentico, elevando i livelli di motivazione e interesse degli studenti. Questi livelli si
innalzano ulteriormente quando i discenti devono produrre lingua in contesti significativi. I seguenti
strumenti web based si confanno a tale fine: 1) e-mail: l’e-mail permette all’insegnante di mettere in
contatto asincrono gli studenti delle proprie classi con studenti di paesi stranieri per dialogare per
iscritto. Si tratta dell’evoluzione del pen-friend o pen-pal, metodo ampiamente utilizzato prima
dell’avvento della posta elettronica dai docenti di lingue straniere per promuovere l’uso autentico in
contesti significativi della lingua straniera (oggi si parla di e-pals: electronic pals). Esistono siti

appositi (www.epals.com) per mettere in contatto classi provenienti da paesi di tutto il mondo; 2)
chat: questo strumento permette all’insegnante di far dialogare i propri studenti in tempo reale con
studenti madrelingua o di altri paesi con cui utilizzare una lingua straniera come lingua franca.
L’uso della chat è consigliabile con studenti di livello intermedio-avanzato in quanto il carattere
sincrono della comunicazione richiede una competenza linguistica già matura. Il suo utilizzo può
avvenire in orario scolastico, ad empio nell’aula di informatica, o in orario extra-scolastico, da casa.
L’insegnante potrebbe decidere di utilizzare le conversazioni per una riflessione linguistica in
classe, analizzando i campioni di lingua prodotti dai propri alunni al fine di identificare le aree da
recuperare, rinforzare e consolidare; 3) forum: il carattere asincrono del forum, come l’e-mail, rende
facilmente gestibile tale strumento per un insegnante di lingue straniere. Il docente decide quale
topic (argomento) trattare per la sua classe. Dopo l’apertura della discussione gli studenti potranno
scrivere le loro opinioni con i propri tempi. Lo studente può inserire richieste di chiarimenti
contenutistici e formali, alle quali potranno rispondere sia il docente che gli studenti, creando così
spirito di gruppo e stimolando l’aiuto a vicenda tra compagni di classe; 4) blog: il blog viene
definito generalmente “diario online”; è costituito da una serie di post (interventi) composti da un
titolo e un testo visualizzati in ordine cronologico. Gli studenti possono inserire i propri post,
allegando anche immagini e video. L’aspetto positivo, come per il forum e per l’e-mail, è il carattere
asincrono dello strumento, che permette allo studente di riflettere sulle strutture linguistiche da
utilizzare prima di inviarle. La creazione di un blog è gratuita, diversi siti infatti offrono tale
servizio. Riteniamo opportuno rammentare l’utilizzo ormai esteso che gli studenti fanno della
tipologia di strumento blog attraverso il social network Facebook. Quest’ultimo permette infatti la
creazione di gruppi a vari scopi. Il docente può decidere di creare un gruppo Facebook di una
determinata classe (o più classi) per sollecitare gli studenti ad utilizzare la lingua in modo
spontaneo. Due docenti di diverse scuole potrebbero altresì amministrare un gruppo in comune,
aprendo discussioni e monitorando le conversazioni dei discenti e i progressi linguistici fatti; 5) le
modalità sinora analizzate prevedono tutte lo sviluppo della produzione/interazione scritta. Il Web,
come ben noto, permette anche di effettuare chiamate e video-chiamate gratuitamente attraverso
diversi software applicativi (tra i più famosi Skype). Il docente può sfruttare tali software per
mettere in contatto i propri studenti con studenti di classi di paesi esteri.
Concludendo, riteniamo che il WBL sia oggi una metodologia d’apprendimento utilissima in una
classe di lingue straniere. Essa permette, attraverso gli strumenti sopra analizzati, di modificare la
concezione tradizionale dello studio di una lingua straniera degli approcci formalistici. Tutte le
abilità, ricettive e produttive, ne escono vincenti: non più falsi pragmatici, ovvero comunicazioni in
lingua straniera con i compagni di classe o con il docente, ma comunicazioni autentiche con alunni
di altre classi. In tal modo i discenti possono comprendere quale sia l’immediata spendibilità dello

studio di una lingua straniera, mettendosi a confronto sia linguisticamente che (e soprattutto)
culturalmente con alunni di altri paesi e culture.

SITOGRAFIA
Favaro Luciana, Relazione: “Tecnologie e new media per la didattica delle lingue” in Ciclo di
seminari internazionali “Prospettive e Riflessioni sull’Educazione Linguistica”, Università degli
Studi di Padova – Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari, 17 maggio 2012.

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